Giovedì 23 novembre serata dedicata al ciclismo tra Torino e il Canavese. Alle ore 21 presso la sala consiliare in via Ivrea 60, doppia presentazione a cura di Helena Verlucca con La Torino del “Cit” di Franco Bocca, saggio dedicato a campioni e gregari della provincia più rosa d’Italia e Olivetti. Una storia su due ruote di Paolo Ghiggio. La serata è organizzata con l’adesione delle realità sportive Velodromo Francone ASD di San Francesco al Campo e ASD Ciclismo Rivarolo Canavese.
Franco Bocca, appassionato storico del pedale dedica a Nino Defilippis, il “Cit”, l’eroe della sua giovinezza, che per primo gli ha instillato la passione per le due ruote, una galleria di ciclisti che hanno dato lustro alla provincia di Torino: da Guido Messina ad Angelo Conterno, da Italo Zilioli a Franco Balmamion, e ancora Giancarlo Astrua, Tino Coletto, Riccardo Filippi, Walter Martin, senza dimenticare i gregari di lusso, come Luciano Galbo, Pino Cainero, Pierino Ghibaudo, Gigi Mele e tanti altri ancora.
Un ampio capitolo è dedicato alle numerosissime tappe del Giro d’Italia che si sono concluse in provincia di Torino. Come nei suoi volumi precedenti, dedicati al ciclismo astigiano e alessandrino, Bocca racconta storie e aneddoti riguardanti i campioni più affermati, dando però spazio anche a chi campione non è diventato, pur dedicando al ciclismo, con impegno e passione, i migliori anni della propria giovinezza. Si è concentrato soprattutto, anche se non esclusivamente, sui favolosi anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, di cui, oltretutto, è stato in gran parte testimone oculare.
Paolo Ghiggio è partito dalla sua appartenenza eporediese a una famiglia “olivettiana” per riscoprire i legami che uniscono Olivetti al ciclismo. Un connubio iniziato alla fine dell’Ottocento, quando Camillo Olivetti, con i due soci Michele Ferrero e Dino Gatta, diede vita a un’impresa commerciale per l’importazione in Italia delle biciclette Victor della ditta Overman con stabilimenti in Massachusetts. Negli anni Venti del Novecento, la direzione della Olivetti promuoveva escursioni a piedi o in bicicletta nei dintorni di Ivrea e sulla Serra. Con Adriano Olivetti, oltre alla produzione industriale e alle conquiste tecnologiche, venne data grande importanza al sociale, alla cultura, all’architettura e anche allo sport. Dopo gli anni Cinquanta il Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti iniziò la sua ascesa verso i vertici dello sport, non solo piemontese. Vennero create sezioni dedicate a numerose specialità, fra cui l’atletica, lo sci alpino, il canottaggio, il tennis, la scherma, e tante altre. La storia proseguì con il ciclismo, le molte corse organizzate in Canavese e il Giro d’Italia, di cui già dal 1950 Olivetti iniziò a curare il servizio stampa.